Il Gennaker

04/04/2022

 Il Gennaker è una vela utilizzata per andature portanti, dal traverso al gran lasco. Si chiama così perchè è l’unione tra un Genoa ed uno Spinnaker. A differenza dello spinnaker ha una superficie asimmetrica e non viene usato il tangone ma può essere murato ad un bompresso/delfiniera o anche ad una cima fuori dalla prua della barca.

E’ una vela molto diffusa tra le barche poichè è una vela facile da usare anche con equipaggio ridotto e da buone prestazioni, più leggero del genoa è ottimo per le andature portanti. Per armare il Gennaker, congiungere l’angolo di drizza del gennaker con la drizza tramite una gassa, issare parzialmente e strozzare. Assicurare il punto di mura (spesso contrassegnato dal simbolo della veleria) al bompresso servendosi dell’apposito sagolino presente in testa al bompresso stesso. Estrarre il retriever e sfilare la “pallina” presente su di esso, quindi passarlo attraverso il più basso dei due anelli fissati alla vela. Infilare nuovamente la “pallina” sul retriever ed eseguire una gassa attorno all’anello superiore del gennaker. Se la manovra verrà eseguita correttamente, la “pallina” si troverà sul retriever tra i due anelli. Eseguire il circuito del gennaker passando attraverso i due bozzelli posizionati nel pozzetto o sui bordi, avendo cura a che la scotta passi per i bozzelli in modo che, nel caso in cui con molto vento si attivi o venga attivato il meccanismo di blocco del bozzello, sia possibile cazzare ma non lascare la scotta, e non viceversa (generalmente, comunque, il produttore mette un segno sul bozzello che indica la direzione in cui la scotta scorre in caso di blocco). Si consiglia di lasciare aperti i due circuiti della scotta del gennaker, senza applicare nodi d’arresto, cosicché’ si possa liberare completamente il gennaker in caso di emergenza. Issare completamente, avendo cura che non si incastri sotto la barca (se l’armata è effettuata a terra, consigliato per le derive e le barche piccole) o in qualche manovra, e strozzare. Ammainare lascando la drizza e cazzando molto velocemente il retriever. Nelle barche con bompresso estraibile generalmente l’ammainare il gennaker fa rientrare automaticamente il bompresso, così come l’issare ne comporta l’uscita. Ammainando in acqua, è sempre preferibile eseguire la manovra in un’andatura la più vicina possibile alla poppa piena.

Portare il Gennaker, portare la barca in andatura di lasco. Issare e cazzare la scotta dalla parte di sottovento, dando all’occorrenza alcuni leggeri strattoni per distendere le pieghe e le sovrapposizioni di vela. Per fare in modo che il gennaker si gonfi, orzare leggermente e lascare un po’ di scotta finché non acquista una forma “panciuta”. A questo punto, colui che manovra il gennaker (nelle derive a due il prodiere) si posizionerà in modo da poter vedere bene la caduta prodiera del gennaker e il resto dell’equipaggio si posizionerà di conseguenza in modo da bilanciare il peso e mantenere la barca nell’assetto corretto. Dopo aver preso posizione, il prodiere inizierà a lascare la scotta sottovento e a dare istruzioni al timoniere sulla direzione ideale per ottimizzare la spinta velica, ricordando – in linea generica, senza considerare le esigenze di rotta – che più la barca è poggiata, prima si può raggiungere la meta, posta ipoteticamente in una direzione raggiungibile in poppa, ma se si poggia troppo, il gennaker si sgonfia ed è necessario cazzare e orzare nuovamente per rigonfiarlo. Allo stesso modo, più il gennaker è lasco, più porta, ma se lo si lasca troppo, si perde pressione e si forma la cosiddetta “orecchia”, il fenomeno che si manifesta quando la caduta prodiera si ripiega su se stessa ed è necessario cazzare nuovamente per riacquistare pressione. Ci dovrà essere quindi una continua comunicazione tra prodiere e timoniere, e una serie continua di piccoli movimenti del timone e regolazioni della scotta, che permetteranno anche di individuare i mutamenti di vento.